Prevenire la demenza si può: intervista al Prof. Fabio Monzani del Comitato Scientifico Gruppo Paim

Categoria: Pillole di Salute

Intervista al Prof. Fabio Monzani, Presidente del Comitato Scientifico del Gruppo Paim

La demenza non è un destino inevitabile legato all’età. Lo sottolinea con chiarezza il Prof. Fabio Monzani, Geriatra e Professore di Medicina Interna e Geriatria all’Università di Pisa. È stato Direttore del Centro Interdipartimentale di Biogerontologia e Geriatria e della Scuola di Specializzazione in Geriatria e Gerontologia dell’Ateneo pisano. Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, è oggi Presidente del Comitato Scientifico del Gruppo Paim.

“Si può prevenire la demenza? La risposta è assolutamente sì.”
Prof. Fabio Monzani

In Italia si stima che oltre un milione di persone convivano con forme gravi di demenza e quasi altrettante presentino un’iniziale compromissione cognitiva, una condizione che può evolvere verso quadri più severi.
“Si tende ancora a pensare alla demenza come a una malattia esclusiva ed ineluttabile dell’anziano – spiega il Prof. Monzani – e spesso, in modo improprio, si parla di demenza senile. È vero che l’età rappresenta un fattore di rischio importante, così come il sesso femminile per la demenza di Alzheimer, ma non significa che la comparsa della malattia sia ineluttabile.”

Fattori di rischio modificabili: un potenziale di prevenzione fino al 45%

Secondo le più recenti evidenze scientifiche, circa 14 fattori di rischio modificabili sono responsabili di oltre il 40–45% dei casi di demenza.
“Questo significa – precisa il Prof. Monzani – che intervenendo su tali aspetti possiamo ridurre quasi della metà l’incidenza e la prevalenza della malattia”.

Tra i principali fattori di rischio:

  • deficit uditivo non trattato
  • deficit visivo non trattato
  • obesità,
  • fumo di sigaretta,
  • abuso di alcol,
  • diabete ed ipertensione non controllati,
  • isolamento sociale,
  • traumatismi cranici
  • depressione
  • scarso livello di istruzione.
  • inquinamento atmosferico
  • ipercolesterolemia LDL
  • inattività fisica

Anche elementi legati allo stile di vita quotidiano, come una corretta alimentazione e l’attività fisica costante, rivestono un ruolo decisivo nel mantenere il cervello in salute.
“La cultura e la stimolazione cognitiva – aggiunge Monzani – rappresentano di per sé un importante fattore protettivo.”

La prevenzione comincia da giovani

Il messaggio chiave è chiaro: la prevenzione deve iniziare presto.
“Non bisogna aspettare la terza età per occuparsi della salute del cervello – conclude il Professore – ma agire già da giovani, adottando comportamenti sani e tenendo sotto controllo i fattori di rischio noti.”

La ricerca e la sensibilizzazione su temi come la fragilità, l’invecchiamento attivo e la prevenzione delle patologie neurodegenerative sono al centro del lavoro del Comitato Scientifico del Gruppo Paim, che unisce esperti del mondo accademico e sanitario per promuovere innovazione, formazione e integrazione socio-sanitaria.

Vuoi guardare la video-intervista? Clicca qui.

 

Condividi questo post